«Don, mio fratello va a Cracovia! E per me che cosa c’è?». In una domenica di inizio settembre, tra gli avvisi a fine Messa, ho appena proposto la prossima Gmg. Esco e mi aspetta Simone, un vispo ragazzo di 14 anni. È una sveglia che suona. Simo partecipa tutti i mercoledì con i suoi amici al cammino del dopo-Cresima in oratorio. Con i suoi educatori ci siamo messi subito in moto. Il sito della Pastorale giovanile della Cei ci ha dato l’idea di accogliere l’invito di papa Francesco a partecipare al Giubileo dei Ragazzi. Il programma ci ha entusiasmato, gli ‘ingredienti’ sono affascinanti: Roma, San Pietro, lo Stadio Olimpico, la Messa con il Papa, vivere il Giubileo con tanti altri adolescenti dal mondo. Rapidamente in parrocchia abbiamo raggiunto gli 80 iscritti, così abbiamo esteso l’invito a tutta la nostra diocesi di Saluzzo, grazie all’Ufficio catechistico, con l’aiuto decisivo di Manuela e Cristina, esperte nell’organizzazione.
Gli attentati in novembre a Parigi, però, ci avevano messo in crisi. Il gruppo composito delle varie parrocchie aveva raggiunto i 465 iscritti, ma diversi genitori hanno iniziato ad avere paura per la sicurezza dell’evento. Abbiamo cominciato a confrontarci e riflettere insieme. Con il passare delle settimane ci siamo detti che la vittoria più terribile del terrorismo sarebbe stata farci chiudere in casa, impedirci di vivere ciò che è bello, di accompagnare i nostri ragazzi verso la misericordia. A poco a poco le famiglie hanno ripreso fiducia e ora siamo tornati alla cifra di prima, grazie al lavoro di tanti parroci ed educatori.
La nostra esperienza sarà un vero pellegrinaggio, anche duro. Viaggeremo la prima notte, dormendo sul pullman, consumeremo pasti al sacco e saremo accolti in strutture religiose. Il costo per i ragazzi è così molto contenuto e tanti hanno potuto aderire. In più molti di questi ragazzi stanno risparmiando da settembre, perché tengono a questa proposta. E noi non vediamo l’ora!
(articolo di don Marco Gallo tratto da Avvenire, 03.02.2016)