La pace costruisce ponti

Per la prima volta nella storia della Gmg un Papa accetta di intervenire nella festa di un gruppo nazionale di giovani, e Francesco sceglie proprio la festa degli italiani, collegandosi in diretta, dall’episcopio di Cracovia, con la spianata vicino al santuario di Giovanni Paolo II.

Qui, sul palco di “Live da Cracovia”, comprensibilmente emozionati, due ragazze ed un ragazzo hanno la possibilità di presentare a Francesco le loro domande, intessute di vita e delle loro storie personali.

Comincia una ragazza, reduce dalla tragedia ferroviaria di Corato, che gli chiede come può superare la paura che ora la attanaglia ogni volta che prende il treno.

“La vita – risponde Francesco – è piena di cicatrici. Tu sei stata ferita e la tua ferita si chiama paura: sentirai la traccia della ferita, ma c’è l’opportunità di andare oltre, con coraggio. Per favore, non lasciarti bloccare dalla paura, non diventare nevrotica!”

È poi la volta di una ragazza rumena trasferitasi a Bergamo, che poco tempo fa, a causa del bullismo di cui era stata vittima, aveva provato a togliersi la vita. Papa Francesco la ascolta in silenzio, poi risponde:

“La crudeltà può esistere anche tra i bambini, che sanno ferire dove più fa male. La crudeltà è l’atteggiamento umano alla base di tutte le guerre: non lascia crescere l’altro, lo uccide, uccide il buon nome di un’altra persona”.

“Esiste – ricorda poi il Papa – il terrorismo delle chiacchiere, che distrugge ciò che colpisce. Il silenzio e la pazienza sono la strada giusta, ma perdonare non è facile.

“Extracomunitari – aggiunge ancora il Santo Padre – è una parola che dice non accoglienza: dobbiamo lottare contro questo terrorismo della lingua, degli insulti, del cacciare via la gente. Da soli non possiamo perdonare: il perdono è una grazia che dà il Signore”.

Per ultimo arriva uno dei ragazzi di Verona, che si è trovato a pochi passi dal terribile attentato di Monaco, e dopo essere tornato a casa ha scelto, coraggiosamente, di ripartire lo stesso per Cracovia.

“La pace costruisce ponti, l’odio è il costruttore dei muri” – risponde con decisione il Papa. “I muri dividono e l’odio cresce; i ponti uniscono e quando ci sono ponti l’odio va via: posso sentire l’altro, parlargli. Noi abbiamo la capacità di fare ponti umani: quando stringi la mano di un amico fai un ponte; quando lo insulti, lo colpisci, costruisci un muro. Chi vuol fare un ponte rischia l’umiliazione di non trovare chi prenda la sua mano, ma bisogna scommettere, come voi che avete deciso di ripartire di nuovo per venire qui.  Questo è il nostro programma di vita: fare ponti!”

A questo punto fermare le mani dei ragazzi italiani che si stringono e si alzano, in un solo meraviglioso ponte, è impossibile. Il Papa li guarda dallo schermo, e sorride. È ora di salutare perché c’è un’altra folla di giovani che lo attende, di fronte alla finestra di via Franciskanska.

Il testo integrale del collegamento video con la festa degli italiani

 

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